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Savona presidente della Consob è il pleistocene
L’economista è il simbolo della incoerenza del governo del cambiamento. Il suo passato contraddice in particolare le promesse elettorali del M5s. Che una volta avuta la fiducia dei cittadini l’ha disattesa.
Paolo Savona, appena nominato presidente della Consob, è il pleistocene. Ma soprattutto è il simbolo della incoerenza del governo del cambiamento (del nulla). Negli ultimi anni -e soprattutto durante tutta la campagna elettorale – il M5s ha, infatti, focalizzato tanta attenzione sui temi della malafinanza proponendo anche un ricambio generazionale del management che aveva provocato quei disastri. Facce nuove, pulite e senza alcun legame con l’establishment consolidato.
Non solo. Nella successiva proposta di contratto di governo sono stati evidenziati punti determinanti per la lotta al sacco bancario come la creazione di una banca pubblica, la revisione del bail in, l’inasprimento delle pene per i fallimenti dolosi responsabilizzando management e autorità di controllo e la separazione tra banche di investimento e di credito al pubblico. Una vera e propria rivoluzione, se si facesse (almeno finora non è stato fatto nulla). E soprattutto se si realizzasse con un presidente della Consob dal profilo appunto coerente con le dichiarazioni elettorali dei rappresentanti dei datori di lavoro (elettori).
“Il professor Paolo Savona, indicato da Salvini e gradito al mondo berlusconiano, sembra una scelta poco coerente con i propositi di Luigi Di Maio”
Il professor Paolo Savona, dall’eccellente e ricco curriculum, indicato da Matteo Salvini e gradito al mondo berlusconiano come ministro dell’Economia, poi rifiutato dal presidente Sergio Mattarella, sembra infatti una scelta poco coerente con i propositi di Luigi Di Maio. Qui non si discutono le skill e la caratura dell’esimio professore. Qui non stiamo ragionando sui rischi derivanti dall’approccio anti-euro dell’illustre economista. Qui ci si meraviglia di fronte alla incoerenza tra ciò che si è “venduto” durante la campagna elettorale e quello che invece si sta proponendo una volta ricevuta la fiducia dagli italiani.
UN PASSATO DA BANCHIERE CON QUALCHE OMBRA DI TROPPO
Forseil M5s non ricorda che il professor Savona è stato dapprima direttore generale e poi amministratore delegato della Banca Nazionale del Lavoro, allora banca pubblica, nel periodo in cui (1989-1990) scoppiò lo scandalo della filiale di Atlanta per i prestiti erogati all’Iraq. Forse il M5s non ricorda che il professor Savona è stato il Vice Presidente di Capitalia del plenipotenziario Cesare Geronzi nel periodo in cui i conti della banca erano talmente disastrati che probabilmente, se non fosse intervenuto il governo Prodi e soprattutto l’allora governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, che obbligò Unicredit nel 2007 alla fusione per incorporazione, si sarebbero dovuti portare i libri contabili in tribunale.
Forse il M5s non ricorda che il professor Savona, dopo la fusione tra Unicredit e Capitalia, è stato anche il presidentedi Unicredit-Banca di Roma, una di quelle banche di cui ho narrato le poco ortodosse vicende nei miei libri di inchiesta (senza mai ricevere neppure una querela per diffamazione). Una esperienza che il professore, durante il suo mandato in Unicredit, fece avendo al suo fianco, come direttore generale, Alessandro Cataldo, il quale fu successivamente inquisito, unitamente al suo mentore Fabrizio Palenzona dal tribunale di Firenze per concorso in truffa e appropriazione indebita (il riciclaggio è stato recentemente escluso dalle accuse).
“Savona compare nel registro degli indagati della procura di Campobasso per presunto reato di usura bancaria”
Forse il M5S non ricorda che il professor Paolo Savona (e dei vertici di Unicredit) compare nel registro degli indagati della procura di Campobasso per presunto reato di usura bancaria per fatti relativi al periodo (dal 2005 al 2013) in cui il ministro era presidente della banca. Forse Giuseppe Conte & Co non ricordano che il professor Paolo Savona fino a pochi mesi fa è stato presidente della start up Euklid, un fondo con sede in Lussemburgo, di cui pare, seppure con una quota minoritaria, sia ancora azionista
CHI LO HA SCELTO HA INGANNATO I SUOI ELETTORI
Vi sembra coerente questo profilo con la funzione di presidente della Consob la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all’efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano nonché alla vigilanza, di concerto con la Banca di Italia, degli istituti di credito italiani o di diritto estero operanti nel nostro Paese ? Il problema non riguarda la competenza ed il curriculum del professore. Il problema riguarda chi lo ha scelto ingannando gli italiani. Ma sarebbe stato difficile pensare a un illustre economista come il professore Tito Boeri, il cui mandato come presidente dell’Inps è in scadenza? Forse troppo fastidiosa la sua preparazione e la sua indipendenza.
A cura di Vincenzo Imperatore