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Home » News » Quello della Consob è un tradimento bello e buono
07/08/2021

By: gestione

Quello della Consob è un tradimento bello e buono

Tratto da Lettera 43

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Negli ultimi anni sempre più banche finiscono sul lastrico e sempre più risparmiatori rimangono vittime di un sistema non ben definito che difficilmente viene loro spiegato.
Un sistema che negli ultimi anni si è drogato, per sostenere l’attività di impiego del danaro (prestare soldi a imprese e privati), con il collocamento di strumenti finanziari ‘particolari’ per incentivare l’attività di raccolta di risparmio tra il pubblico.
Diversificare soluzioni di raccolta potrebbe essere un vantaggio se parallelamente crescesse la consapevolezza dei nuovi strumenti tra gli operatori che ne fanno uso. Comunemente, però, i risparmiatori non sanno ciò che acquistano.
LE CONTRADDIZIONI DELLA CONSOB. Fortunatamente c’è la Consob, la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all’efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano. È una definizione che descrive un sistema perfetto se chi di dovere si attenesse a rispettarla. Troppe però sono le contraddizioni che hanno tradito le banche e l’organo di vigilanza stesso.
L’esempio più eclatante di quanto accennato è il comportamento che gli istituti e la Consob hanno manifestato sulla nuova direttiva in vigore dal gennaio 2016 e riguardante il bail in.
Nel 2014, questa ormai è storia, fu pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la direttiva appena accennata che modifica le modalità di salvataggio delle banche dalla crisi. Con l’entrata in vigore di questo provvedimento gli istituti risolvono la situazione di crisi internamente, rivalendosi, quindi, sui correntisti che vedono sfumare i propri risparmi considerevolmente.
Ebbene, l’unica comunicazione della Consob alle banche per chiedere alle stesse di introdurre nei prospetti dei bond in collocamento una informativa completa sul bail-in viene fatta solo nel novembre 2015.
QUALCOSA DA NASCONDERE? E da giugno 2014 a novembre 2015 perché nessuna parola? Sembrerebbe un tentativo di nascondere manovre non lecite a danno dei più deboli che, considerando gli autori di tali stratagemmi, evidenzia un sistema marcio alla base.
La Consob, che si identifica pubblicamente con il presidente Vegas, ha tentato di rimandare le mancanze informative a lacune comunitarie.
Ma le direttive in questione non sono forse il frutto delle Consob di tutti i Paesi europei?
Il tentativo di prendere le distanze da una legislatura che l’organo presieduto da Vegas ha contribuito a produrre risulta miseramente fallito in principio.
Per seguire comunque il tunnel dell’incoerenza fino alla fine, la Consob ha dichiarato di voler sopperire a tali mancanze inserendo ben tre consultazioni pubbliche per aumentare la trasparenza dei prodotti finanziari e tutelare quindi meglio i piccoli risparmiatori. Siamo certi?

Quelle informazioni troppo utili per essere diffuse

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Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas.
(© Ansa) Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas.

A ben guardare il primo di questi tre documenti altro non è che il doppione della sezione “Fattori di rischio” già presente nei vecchi prospetti; il secondo è una raccomandazione alle banche di fornire agli investitori tutte le informazioni necessarie attraverso la “Scheda prodotto”.
Siamo di fronte a un altro doppione di quanto già presente nella comunicazione del 2009 che Vegas ha pensato bene di ignorare dal 2011 in poi.
Il problema di quest’ultima comunicazione era l’inserimento nella scheda prodotto degli scenari probabilistici, cioè di una tabellina che senza tanti fronzoli e giri di parole illustra i rischi del prodotto dicendo con quale probabilità e di quanto quell’investimento può farti guadagnare soldi o farteli perdere.
POCA CHIAREZZA. Questi ‘scenari’, in altri termini, avrebbero fatto capire in modo semplice il rischio reale degli strumenti che le banche vendono. Informazioni troppo utili per essere diffuse a quanto pare.
Perfino dopo la messa in risoluzione delle quattro banche del febbraio 2016, dove le perdite inferte agli obbligazionisti sono state ingenti, nell’ultima comunicazione di Vegas non c’è nemmeno un accenno agli scenari di probabilità nelle schede prodotto.
In questa scheda è presente solo una frase, assolutamente poco chiara, che non riesce a far capire nemmeno di che informazioni si tratta.
Sembra che l’attività di Vegas, tanto per accaparrarsi simpatie e consensi, sia stata quella di cancellare l’informativa del 2009 che seppur basata su vecchi principi risultava più completa e trasparente.
VEGAS NON SI ATTIENE ALLE SUE FUNZIONI. Le contraddizioni in capo alla Consob sono molteplici, guidate da un presidente che sembra non attenersi alle sue funzioni ma solo a salvaguardare i “potenti del sistema”.
Quale miglior esempio di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara, messe in risoluzione dopo aver fatto sottoscrivere un elevato numero di bond subordinati.
La sottoscrizione avveniva quando la disastrosa situazione patrimoniale era sicuramente chiara ai vertici e alla Consob stessa. Secondo Vegas, l’informativa dei bond emessi era esaustiva. Il problema era il passaggio delle informazioni tra la banca e l’investitore. Ma allora perché il presidente cambia modello aumentando i prospetti da sottoporre al cliente?
È stata una manovra per pararsi forse dal rischio legale, cioè il rischio di finire in causa coi risparmiatori truffati? Perché lui stesso cambia una cosa buona secondo il proprio punto di vista?
Il silenzio di chi sa danneggia più di mille parole. L’asimmetria informativa che impernia il sistema rende i risparmiatori sempre più vulnerabili e le banche sempre più forti.

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