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“Sacco Bancario” ha fatto arrabbiare Lenin!
In alcuni angoli d’Italia sembra di essere ritornati davvero ai tempi in cui i libri venivano bruciati in piazza. E forse per chi vuole nasconderci e nascondersi sarebbe la miglior soluzione…
Articolo a cura di Vincenzo Imperatore
I disastri bancari hanno davvero lasciato il segno, a chi li ha pagati sulla propria pelle, a chi ne è stato artefice, a chi non ha potuto o voluto evitarli. Cosi anche solo parlare e fare luce sotto al tappeto, quello che nasconde gli scheletri (oramai gli armadi non sono più sicuri), diventa pericoloso per alcuni, scomodo, di parte. Sabato scorso il mio ultimo libro Sacco Bancario è stato presentato a Cavriago, feudo rosso guidato dal Pd, una splendida cittadina che nella sua piazza centrale ospita un busto di Lenin, probabilmente preso troppo sul serio. L’Associazione Carmen Zanti, associazione culturale, che ci ha aiutato ad organizzare il tour si è ritrovata, di colpo, ad imbattersi sul muro dell’amministrazione comunale: con Sacco Bancario si fa politica, non può usufruire dei nostri spazi. L’hanno definita una scelta di correttezza e trasparenza verso i cittadini, mai di censura. Si sono dichiarati difensori della libera espressione, la stessa espressione che, nei 30 giorni di propaganda (ovvero sino al 4 marzo), sembri però non poter esser tanto libera. La presentazione di un libro è diventata cosi per il sindaco Paolo Burani, e chi per lui, una pericolosa azione di propaganda sleale e ambigua.
IL VOTO PRIMA DI TUTTO. Sacco bancario infatti, secondo il sindaco di Cavriago, evidenzia «fatti e temi che attengono a persone coinvolte nella campagna elettorale in corso», aggiungendo inoltre che il libro, «senza contraddittorio», accusa a spada tratta il sistema bancario e «il servilismo della politica» per citare la prefazione di Marco Travaglio. Difficile anzitutto immaginare un libro scritto con un contradditorio ma, al netto del paradosso, Sacco Bancario, occorre precisarlo, non fa riferimento a persone coinvolte nella campagna elettorale ma affronta un argomento di grande attualità e interesse pubblico. L’autore non è coinvolto nella campagna elettorale ma si presenta come scrittore e saggista, con un’esperienza di manager bancario alle spalle, che non può e non deve far paura. Il contraddittorio sarebbe stato il benvenuto nel corso della presentazione. Purtroppo questa è stata rimandata a data da definire, comunque successiva al 4 marzo, cioè dopo le elezioni, quando gli argomenti trattati dal libro potranno non recare alcun disturbo.
UN SALTO INDIETRO NEL TEMPO. La lezione è che i disastri bancari (tranne poche eccezioni) devono restare fuori dalla politica, i pessimi meccanismi del sistema bancario sono poco adatti, potrebbero sporcare le bocche di coloro i quali al momento sono impegnati a vendere solo belle parole, ovattate, rassicuranti. Oppure servono per strumentalizzare a fini elettorali il tracollo di un sistema che necessita invece di approfondimenti e confronti di competenze. Abbiamo presentato il libro in un’osteria, ci siamo divertiti, cosi come abbiamo fatto in un lungo e largo per l’Emilia, in tante sale pubbliche concesse da amministrazioni dello stesso colore politico del comune di Cavriago (e quindi probabilmente appartenenti alla stessa segreteria provinciale), che hanno accolto invece con entusiasmo le iniziative che hanno visto la partecipazione di tanti interessati, compresi gli studenti. A Cavriago sembra di essere ritornati davvero ai tempi di Lenin, quando i libri venivano bruciati in piazza, forse per chi vuole nasconderci e nascondersi sarebbe la miglior soluzione, quasi la suggeriamo e ribattiamo, usando per l’occasione una citazione di Schiller: «Il nostro libro sarebbe bruciato in piazza e così avrebbe un successo folle». Ma quale sarebbe stata la reazione di Lenin se avesse potuto leggere Sacco Bancario? Ridiamoci su, ma non tanto.
Di seguito vi riportiamo le lettere del Sindaco di Cavriago.