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L’oscura storia di Banca Promos e di quello strano finanziamento
Un importo pari al 25% del capitale sociale dell’istituto di credito per il “gioiello” K4A Spa. Impresa napoletana che piace molto, soprattutto alla politica. Cosa c’è dietro? Seconda puntata della vicenda.
La storia della K4A Spa affonda le sue radici nella tradizione aeronautica della Campania e l’azienda è impegnata nella realizzazione di un modello innovativo di elicottero, biposto e bimotore, destinato, in un non lontano futuro, ad affiancare, se non addirittura sostituire, le nostre automobili e motociclette. Il progetto degli elicotteri è piaciuto anche in Cina. Nell’aprile del 2014 la K4A Spa ha stipulato una joint venture con la Changxing Aviation Equipment Corporation, azienda meccanica che realizza manufatti per importanti società aerospaziali del paese asiatico.
COMMERCIALIZZAZIONE IN ORIENTE. Un accordo ambizioso che aveva per oggetto la produzione e commercializzazione dei velivoli in Cina e nella regione dell’Asia Pacifica. Anche indiani e arabi hanno manifestato il loro interesse. Nel marzo del 2016, infatti, la K4A Spa ha aperto al nuovo azionista Saeed Humaid Al-Tayer, esponente dell’importante famiglia Al-Tayer di Dubai.
«AVVIAMO L’INTERNAZIONALIZZAZIONE». All’azionista emiratino è andato il 2% del capitale della società aeronautica e il valore della transazione è stata pari a 2 milioni di euro complessivi. Il presidente del consiglio di amministrazione della K4A Spa, Dario Scalella, classe 1962, napoletano, laureato in Geologia, ha spiegato: «Abbiamo iniziato nel 2006 e dopo otto anni di investimenti siamo nelle condizioni di avviare l’internazionalizzazione. Il nostro elicottero consentirà di muoversi nelle strade dei cieli.
Scalella è stato anche membro del comitato Sud di Unicredit e del comitato fidi e consultivo per l’area campana della Bpu-Banca Popolare di Ancona, nonché componente del comitato promotore della Banca del Mezzogiorno su incarico dell’Unione province d’Italia, della Banca del Sud e del comitato tecnicoscientifico della Banca Popolare di Sviluppo (oggi Banca Regionale di Sviluppo). È stato, fino al 2014, amministratore delegato della Napoli Servizi Spa, la società, controllata al 100% dal Comune, che si occupa della gestione degli alloggi popolari e della manutenzione di strade e scuole.
PICCOLO POLO CREDITIZIO DEL SUD. Nel frattempo Tiziana Carano, amministratore delegato di Promos (nel cui cda siede Umberto De Gregorio, già coordinatore della campagna elettorale del governatore Vincenzo De Luca), è stata eletta nel novembre del 2016 vice presidente della Banca regionale di Sviluppo che Banca d’Italia vorrebbe unire a Promos e Banca del Sud per la creazione di un piccolo polo creditizio meridionale.
NEL 2015 L’EMISSIONE DI MINIBOND. Una cosa è certa: i rapporti tra politica, enti pubblici e finanza locale sono stati sempre molto stretti. Quanto alla K4A Spa, cosa accadde dopo i promettenti accordi commerciali e l’endorsement politico del 2014? Successe che un anno dopo, nell’aprile del 2015, la società decise di emettere minibond e per la gestione completa dell’operazione, pagando interessanti commissioni, si affidò, guarda un po’, a Banca Promos, in virtù del “know-how” maturato in questo specifico settore finanziario.
I minibond sono uno strumento innovativo di finanziamento che consente di reperire denaro da investire. Rappresentano la principale novità legislativa introdotta nell’ultimo triennio, divenuta pienamente operativa dopo che il decreto legge “destinazione Italia”, varato dal governo Letta e convertito in legge nel febbraio del 2014, ne ha stabilito i confini. In cosa consistono? Nel fatto che le piccole e medie imprese, purché non quotate in Borsa, abbiano facoltà di finanziarsi emettendo titoli di debito e obbligazioni – i minibond, per l’appunto – a favore di investitori qualificati.
STRUMENTI PER RENDERSI INDIPENDENTI. In questo modo possono diversificare la fonte dei loro finanziamenti e ridurre la dipendenza dal sistema bancario. L’attività di sottoscrizione delle obbligazioni è riservata a investitori istituzionali e professionali e ad altri soggetti qualificati (imprese di investimento, società di gestione, fondazioni…) che poi collocheranno i titoli presso la platea dei piccoli risparmiatori. Questi ultimi, a loro volta, li scambiano (vendono o comprano) su un mercato regolamentare che, dal febbraio del 2013, cioè da quando è stato istituito dal governo Monti con il “decreto sviluppo”, prende il nome di Segmento professionale del mercato ExtraMot (ExtraMot Pro).
“Abbiamo provato a contattare Banca Promos, via telefono e anche via mail, per chiedere spiegazioni e capire cosa stava accadendo, ma non abbiamo avuto alcuna risposta”
Limpido, chiaro, trasparente. È davvero così? Forse vale la pena ricordare la regola aurea dell’investitore: ad alti rendimenti corrispondono alti rischi. Nel caso dei minibond, oltretutto, gli imprevisti sono ancora maggiori perché si legano alla scarsa negoziabilità (si rivendono con grande difficoltà) e all’alta variabilità dei prezzi una volta in portafoglio. Nell’ottobre del 2015 la K4A Spa ha emesso il primo minibond per un valore di 2 milioni di euro, con rendimento del 7% e scadenza al 16 ottobre 2018.
OPERAZIONI CONSIDERATE AD ALTO RISCHIO. Nell’aprile del 2016 un secondo minibond, sempre di 2 milioni di euro, con rendimento del 6,5% e scadenza l’11 aprile 2019. Rendimenti decisamente sopra la media rispetto ad analoghi minibond emessi da aziende con fatturati e storia imprenditoriale assai più rappresentativi della società napoletana. In sostanza, abbiamo a che fare con operazioni considerate da sempre ad alto rischio, perché servono in larghissima parte a finanziare, indirettamente, progetti di respiro “internazionale”, dunque assai poco in linea con la mission di una banca territoriale di modeste dimensioni come Promos. Abbiamo provato a contattare Banca Promos, via telefono e anche via mail, per chiedere spiegazioni e capire cosa stava accadendo, ma non abbiamo avuto alcuna risposta dopo la richiesta di parlare della vicenda con il direttore generale.