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Home » News » Lo Stato attacchi i trust, vere casseforti dell’evasione
07/08/2021

By: gestione

Lo Stato attacchi i trust, vere casseforti dell’evasione

Tratto da lettera43

In queste ultime settimane abbiamo affrontato il tema del trattamento delle categorie “privilegiate” da parte delle banche.
Come fa una banca a coprire la grande evasione fiscale delle categorie “protette”? Offrendo un servizio chiamato «società fiduciaria», anche conosciuto come trust.
Che cosa sono di preciso? Sono delle società, appunto, che ogni gruppo bancario ha al suo interno, che garantiscono l’anonimato nei confronti di terzi e quindi anche del fisco.
QUEI CONTI FANTASMA. Tu cliente puoi cedere il patrimonio e scomparire facendo perdere le tracce. Un conto «fantasma» intestato alla fiduciaria con un numero segreto inaccessibile a tutti.
«È quello che desiderano i nostri clienti. E noi siamo lo schermo tra il loro patrimonio e terzi. La prudenza con cui rilasciamo informazioni, anche al nostro interno, garantisce discrezione assoluta per chi sceglie di affidarci i suoi beni»: con questo giro di parole, dolce e suadente, riportato sulle brochure di una grande banca del paese, le società fiduciarie aprono le porte ai correntisti che hanno soldi, titoli, beni immobili, partecipazioni societarie da distrarre o nascondere a parenti, fornitori, Stato e quindi al fisco.
LA MANIPOLAZIONE DELL’INFOMAZIONE. Queste società di solito sono di diritto estero ma ne esistono anche di diritto italiano.
Ovviamente anche i trust vengono venduti dagli istituti manipolando le informazioni (esattamente come per tutti gli altri prodotti spazzatura bancari): al cliente spesso si dice che questi siano inattaccabili.
Ma è vero solo in parte perché un’indagine della magistratura può obbligare la banca a svelare i conti nascosti.
Ai correntisti più facoltosi e con grossi capitali da far “sparire” vengono forniti dettagli parziali e fuorvianti, nello stile consolidato del sistema del credito.

Un meccanismo malato su cui le banche mangiano.

Questo ha alimentato un meccanismo malato in cui i capitali sommersi si sono moltiplicati.
Certo, perché le banche stesse vivono dei patrimoni delle evasioni e io nella mia carriera non ho mai visto un conto di una fiduciaria essere attaccato da un magistrato o dalla Guardia di finanza.
Ho visto bloccare conti corrente ufficiali, quelli visibili, quelli la cui identità del legittimo proprietario è palese, ma un trust mai.
LA PIÙ POTENTE LOBBY DEL PAESE. Perché? Partiamo da un assunto: se lo Stato attaccasse quei capitali con più costanza e decisione, essi migrerebbero all’estero. Si bloccherebbe, dunque, un meccanismo di accumulo di denaro grazie al quale gli stessi istituti mangiano.
Forse sono proprio questi ultimi, la più potente lobby del paese, a impedire che si indaghi; forse sono le banche, che in Italia manovrano il sistema politico e quello dei controlli, a mettere il veto sulle fiduciarie.
E finché persiste questa situazione sarà molto difficile fare chiarezza su certe falle che hanno contribuito al dissesto economico dello Stato.
MILIONI DI EURO SOMMERSI. Nei trust ci sono milioni e milioni di euro sommersi. Soldi che non si possono distrarre comprando una polizza assicurativa o un diamante (altri prodotti su cui “distrarre” evasione fiscale e di cui ho ampiamente parlato in Io so e ho le prove e sulle colonne di Lettera43.it).
La banca mettendo a disposizione una società fiduciaria, sicura e legale, guadagna assai di più che con i “normali” junk products: un buon motivo per non mutare il sistema e favorire i privilegiati.
Una prova? Se il capitale è di 5 milioni, l’istituto prende una media di 15 mila euro all’anno per la sola gestione (quindi senza alcuna movimentazione delle disponibilità presenti).
In Italia la Corte dei Conti stima ci siano 100-120 miliardi di euro frutto di evasione fiscale. È così difficile capire dove siano?

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