Per questo consigliamo specifici programmi pensionistici che vengono proposti dagli intermediari con l’offerta di fondi multicomparto che consentano a questa tecnica di sviluppare tutte le sue potenzialità. Nel Fondo pensione multicomparto sono previste più linee d’investimento (o comparti) che offrono differenti profili di rischio e di rendimento. I comparti sono classificati in base alle seguenti categorie:
obbligazionario puro (solo obbligazioni con esclusione dell’investimento in azioni);
obbligazionario misto (è consentito l’investimento in azioni, che assume carattere residuale e comunque non superiore al 30 per cento);
azionario (almeno il 50 per cento del comparto è investito in azioni);
bilanciato (in tutti gli altri casi)
"Importante incentivo alla adesione a forme di previdenza complementare viene anche dalla deducibilità degli accantonamenti annui"
Importante incentivo alla adesione a forme di previdenza complementare viene anche dalla deducibilità degli accantonamenti annui, fino ad un tetto massimo annuo di € 5.164 dal proprio reddito, secondo l’aliquota marginale Irpef (la più alta). Così come non è da trascurare il fatto che, in caso di scelta di una rendita vitalizia in luogo di un capitale in unica soluzione al momento del collocamento in pensione, questa non costituirà ulteriore reddito, rimanendo tassata solo per la parte della sua rivalutazione annua.
PER I DIPENDENTI TANTI ASPETTI POSITIVI. Per i lavoratori dipendenti poi va considerato un altro aspetto positivo: in Italia vanno in pensione almeno un anno prima degli autonomi e mediamente con pensioni superiori. Oltre a un’ aliquota contributiva previdenziale che mediamente è di un terzo in più, hannoa disposizione altri due strumenti importanti per potenziare il loro secondo pilastro previdenziale: il Tfr, che può essere convogliato verso il fondo pensione e, nel caso in cui venga stipulato un accordo collettivo aziendale, un contributo dell’azienda frutto della contrattazione; unitamente al contributo del lavoratore l’accantonamento annuo potrà così aggirarsi attorno al 10% della retribuzione lorda annua. Abituiamoci nella finanza previdenziale a ragionare in termini percentuali più che in valori assoluti. Si tratta di un altro elemento di accortezza che salvaguarderà la prestazione finale dagli effetti carsici dovuti all’inflazione.
Una pensione di 2.000 euro, oggi prevista per il 2032 e considerata coerente con il proprio stile di vita, potrebbe non avere lo stesso valore reale al momento della erogazione. Infine, una scelta così importante, una volta fatta, richiede anche un monitoraggio costante che non consiste solo nella rendicontazione annuale (peraltro in molti casi approssimativa), ma soprattutto dell’aiuto di seri professionisti che rappresentino società di provata tradizione in materia, che sappiano avvalersi di società di gestione con respiro internazionale e che tengano conto dei continui mutamenti normativi e finanziari, facendo dell‘innovazione anti obsolescenza il loro core-business. Occhio quindi ai bancari che vogliono fare gli assicuratori (cosi come agli assicuratori che vogliono fare i bancari). Tutto ciò ovviamente ha un costo e i risparmiatori più consapevoli sanno che un servizio è buono quando funziona ed è accessibile ad un costo ragionevole. Ne parliamo prossimamente
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